High Green Tech: il futuro delle città verdi – 14 novembre 20
Un successo, non potremmo definirlo diversamente questo seminario organizzato dalla Fondazione Biohabitat. Ha ottenuto più di mille collegamenti online: studenti, professionisti del settore, ingegneri, architetti, geologi, periti agrari, geometri, agronomi, agrotecnici, professori e laureandi, una sentita partecipazione in chat tra i diversi interventi che lo hanno contraddistinto.
La prima sessione incentrata su due temi di attuale importanza: la digitalizzazione e il dissesto idrogeologico.
Si apre con un saluto iniziale del Direttore Generale FederUnacoma – Simona Rapastella, a seguire l’intervento del Presidente della CCIAA di Bologna – Veronesi, del Presidente di BolognaFiere – Calzolari, a seguire anche il mondo universitario, con il contributo dell’Accademia di Belle Arti e Design Poliarte di Ancona – Direttore Pierlorenzi, con la partecipazione del Presidente del Collegio Nazionale Agrotecnici – Orlandi, del Coordinatore Progettazione e Paesaggio CONAF – Ferretti e del Consigliere delegato dal Consiglio Nazionale Periti Agrari – Povolo.
Per avere città verdi in futuro, è necessario oggi imparare a prendersi cura del territorio – del proprio territorio – non solo per questioni legate all’economia ma per preservarne l’identità, non solo per la salvaguardia ambientale ma anche per migliorare la vita delle persone che vi abitano.
L’agricoltura deve essere vista come la possibilità di fare impresa a 360°, l’azienda agricola deve acquisire un mindset improntato su un marketing funzionale. Ora più che mai cresce l’utilizzo del digitale che genera big data, i quali indicano un cambiamento sempre più veloce di servizi e prodotti, vanno di conseguenza potenziate funzioni produttive e organizzative cosicché le piccole e medie aziende siano in grado di operare per la sostenibilità non solo delle aree periurbane ma di aree più vaste.
I Consorzi di bonifica, per esempio, operano anche per la tutela del dissesto idrogeologico, infatti hanno un ruolo non solo di monitoraggio ma anche di progettazione, esecuzione e gestione idrica.
Tutte queste attività comportano l’impiego di professionalità specializzate e competenti, ecco perché è indispensabile porre la nostra attenzione sulla formazione professionale e sulla formazione continua.
L’intervento riepilogativo del Sottosegretario al Ministero del Lavoro – Francesca Puglisi – snocciola le misure previste nella legge di bilancio e nei progetti del Recovery Fund.
“Si verranno a creare nuove opportunità per le PMI, nell’innovation tecnology e nella green economy, per promuovere insieme una crescita equa e sostenibile.”
La sessione pomeridiana parla di cantieri verdi, di città verdi e per averle è necessario: “coltivare il suolo, coltivare l’immaginario e coltivare i paesaggi di prossimità”, progettare e costruire con elementi vegetali: praticare l’architettura sostenibile.
Costruire con le piante: salice, canna, bambù, paglia e terra cruda.
É importante tornare a valorizzare materiali antichi, serve un cambio di mentalità, serve conoscenza degli stessi e serve la tecnica: sono materiali da costruzione naturali, materie prime vegetali in grado di sostituire efficacemente quelli sintetici.
Il nostro ospite internazionale, Mauricio Cardenas – Ambasciatore del Design 2020 – ci parla del bambù, prodotto molto usato in Sudamerica e Asia, per le sue qualità viene chiamato “l’acciaio naturale”.
Tutti questi materiali sono la nuova frontiera dell’architettura, hanno capacità e potenzialità sorprendenti, sono completamente naturali, riciclabili e amici del nostro benessere.
Alberto Manzo – Mipaaf – ha concluso la sessione pomeridiana, in qualità di coordinatore del tavolo settore Florovivaismo.
Biodiversità, verde e sostenibilità ambientale sono le parole chiave dell’intervento.
“Si è adottata una strategia politica che armonizza sia gli ambienti naturali che le aree urbane, attraverso la produzione di piante destinate non solo alla re-forestazione, anche urbana, ma soprattutto al rimodernamento del patrimonio arboreo, necessariamente in chiave attuale e prediligendo specie autoctone.”
Bisogna sensibilizzare i cittadini sull’’importanza delle specie nel contesto urbano, insegnargli a guardare al green con più attenzione: il verde non solo migliora l’immagine della città ma contribuisce anche alla prevenzione e al contrasto dell’inquinamento atmosferico e dell’inquinamento climatico.